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Il virtuale al servizio dell'arte: Van Gogh Alive, The Experience!

In questo articolo torno ad occuparmi di uno dei miei argomenti preferiti: la mostra d'arte. Ma, per renderlo più interessante, ho deciso di andare a Roma, entrare nel Palazzo degli Esami e non vedere quadri, ma vivere un'esperienza sensoriale

Miei cari lettori, non sono impazzita, sto parlando di "Van Gogh Alive, The Experience". Una mostra multimediale, realizzata attraverso le ultime innovazioni nel campo del virtuale e dei sistemi audio applicati all'arte.

Una mostra quindi, che riesce ad emozionare senza quadri, ma attraverso la riproduzione multimediale dei più famosi dipinti del genio di Van Gogh. Senza anticiparvi troppo (magari avrete la possibilità di vederne di simili), vi racconto la mia personale esperienza.

Appena entrata nella prima sala, pannelli con riproduzioni di quadri e descrizioni, mi hanno raccontato brevemente la vita personale ed il percorso artistico del pittore olandese, mostrandomi ciò che mi aspettava ed aumentando la mia curiosità. Un momento fondamentale, che permette la fruizione della mostra anche a coloro che non conoscono perfettamente l'artista.

Subito dopo, si entra in un piccolo corridoio e la scenografia cambia: in una stanza buia, i sensi si acutizzano e ti immergi in un turbinio di luci, musica colori. La creatività del pittore si lega al racconto di sue cruciali esperienze di vita, mostrate in video con suoni e musiche che scandiscono i momenti di pathos. Difficile da spiegare, ma importante da vivere: un'emozione unica.

Bene, ora arriviamo all'unico importante fattore negativo: la confusione.

In una mostra senza opere con impianti artificiali, nella quale il sentimento e l'emozione nascono dall'immersione sensoriale è fondamentale appunto l'immersione. Come si fa a lasciarsi andare con tante persone che parlano, ridono, schiamazzano e bambini che ballano, corrono ed urlano?

Per contemplare quest'opera dell'ingegneria umana, l'organizzazione aveva sistemato cuscini a terra e panche. Il mio vicino, critico d'arte della domenica, non ha fatto altro che commentare la sua vita e quella dell'autore ad una ragazza che annuiva gentilmente. Per fare colpo, consiglio di invitare le dame a guardare le stelle o fare una passeggiata da soli senza ammorbare tutta la sala. In più, mamme e papà mi avete sconvolta per la mancanza di educazione: ho capito che volete immortalare ogni attimo di vita dei vostri piccoli figli, ma se c'è un enorme cartello con divieto assoluto di flash o luci, chi vi credete di essere per infrangere le regole e disturbare le persone in sala?

 

Ecco il mio consiglio: purtroppo non possiamo educare tutte le persone, ma possiamo inserire nelle stanze hostess qualificate che potrebbero richiamare gentilmente all'ordine. Le hostess e gli steward più bravi riescono a passare inosservati e mantenere un perfetto controllo della sala. Poi, mi rivolgo ai genitori, fate vivere l'arte ai bambini nel vero senso della parola, perché è così che farete crescere la loro anima.

Concludendo, la consiglio? Sì, ma potrebbe essere più bella.

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